martes, 23 de febrero de 2010

É lo Spirito a farci scoprire Cristo Eucaristia




L’Eucaristia è un dono così elevato e sublime, che noi sempre abbiamo il rischio di ridurre il suo significato e la sua realtà. Anche quando utilizziamo dei concetti, delle parole che pretendono spiegare il suo contenuto, il suo essere divino lì presente è tanto lontano e distante da qualsiasi cosa che noi conosciamo, che nemmeno possiamo balbettare qualche cosa riguardo al suo insondabile mistero. Nonostante la nostra limitazione, dobbiamo però balbettare, con l’aiuto dello Spirito Santo, qualche cosa su questo supremo mistero, come un bambino che sta imparando a parlare, con la consapevolezza che davanti al mistero eucaristico siamo come dei bambini che imparano a parlare, ma mai sapranno parlare, nel confronto con questo mistero, con perfezione. Ci spinge a balbettare su questo mistero eucaristico lo Spirito divino che lì dimora.
La nostra limitata capacità umana ci porta a ridurre il contenuto del mistero eucaristico. Quando analizziamo le parole di Gesù: “Io sono il Pane di Vita”, anche sotto la luce della fede, pensiamo che Cristo nell’Eucaristia si limita a fare ciò che fa il pane naturale, vale a dire, a nutrirci, a darci delle forze per farci stare meglio; o pensiamo che ci fa sopportare i dolori e le prove della vita con un coraggio e una forza superiore alle forze di coloro che non hanno ricevuto l’Eucaristia. Cristo ci fa tutto questo, ma c’è qualche cosa ancora di più grande e meravigliosa.
In altri casi pensiamo che con le nostre comunione realizziamo degli atti rituali pietosi di devozione, mediante i quali proviamo di compiacere a Dio; pensiamo che gli offriamo un degno omaggio e che guadagniamo dei meriti per le nostre anime.
Tutto questo è vero, ma se pensiamo che l’azione di Cristo in noi si limita a questo, o che il rapporto di Cristo con noi nell’Eucaristia è solo questo, limitiamo il contenuto della Presenza e della sua azione in noi.
Per scoprire la Presenza di Cristo nell’Eucaristia e la sua azione nelle nostre anime, dobbiamo inanzittutto chiedere l’illuminazione dello Spirito Santo, perché solo Lui può farci conoscere ed amare, con una conoscenza ed un amore soprannaturali, sovraumani, la Persona divina dell’Uomo-Dio Gesucristo nell’Eucaristia. solo lo Spirito di Cristo ci può fare amare e conoscere l’amore infinito di Dio lì racchiuso e contenuto, pronto per essere versato nelle nostre anime. Solo lo Spirito divino può farci sapere che Cristo Eucaristia, mediante il dono del suo Spirito, è la causa della nostra configurazione a Cristo, ci fa diventare “altro Cristo”, che è per noi il principio e fine del nostro essere, la fonte di Vita divina, la nostra gioia e la nostra mèta definitiva ed eterna.

Il Monte Tabor



Gesù annunzia ai suoi discepoli la sua Passione, profetizza la sua morte. Lui sarà tradito, consegnato e crocefisso, morirà, e dopo risusciterà. Subito dopo di questo annunzio, sale sul Monte Tabor e, davanti ai suoi discepoli, scelti da Lui, si trasfigura, vale a dire, si mostra come ciò che Lui è: l’Unigenito del Padre.
Che senso ha questa Trasfigurazione del Signore? Qual è il fondamento che la spiega?
Il fondamento è il mistero di Cristo: Persona divina unita ad una natura umana, Uomo-Dio. In Cristo, la sua umanità serve da fasciatura per la divinità del Verbo. L’umanità santa di Gesù sono le vesti del Verbo, è il Verbo a trovarsi sotto l’uomo Gesù.
Possiamo domandarci: come mai, se l’umanità di Gesù è l’umanità del Verbo, gli appartiene a questi in maniera così intima e personale, al punto di poter dire, perché è così nella realtà, che Gesù uomo è Dio fatto uomo, come mai, se questo è verità, l’umanità di Gesù non ha manifestato visibilmente, dalla nascita, tutta la gloria e la potenza infinita e divina, che gli appartiene per il fatto di essere l’umanità del Verbo?
Il Verbo potrebbe avere concesso alla sua umanità, fin dalla nascita, che si manifestassero visibilmente la maestà e la gloria infinita che Lui, da Figlio Eterno del Padre, possiede da tutta l’eternità. Il Verbo possiede, da tutta l’eternità, la stessa gloria del Padre, perché è unito a Lui –e allo Spirito Santo- sostanzialmente, nell’unità della sostanza divina. Ed è questa gloria divina quella che possiede l’umanità di Gesù, per diritto proprio, per essere l’umanità della Persona del Figlio.
Vuol dire che fin dalla nascita, Gesù, da Bambino, da giovane, da adulto, potrebbe sempre aversi manifestato agli come si manifestò sul Monte Tabor. Ma la gloria di Gesù si manifestò visibilmente nella sua vita terrena solo sul Monte Tabor.
La Trasfigurazione sul Monte Tabor rappresenta la realtà di Gesù: Lui è il Dio glorioso, il Signore della gloria divina, eterna, il Dio di infinita maestà, che si è rivestito da uomo, per abitare con noi, per compartire il nostro tempo, le nostre gioie, i nostri dolori, per toglierci i nostri peccati, per donarci la sua vita, il suo Spirito, per farci come Lui, per farci dei, figli di Dio.
Lui è realmente il Dio della gloria, rivestito da una natura umana, ma per mostrarci che il suo corpo non è apparente, per un miracolo, impedisce che la sua gloria si manifesti nella sua visibilità, eccetto nel Tabor[1].
Così il suo corpo umano e la sua anima umana, reali entrambi due, soffriranno con una sofferenza reale, inimmaginabile per noi, perché Lui, essendo Immacolato, porterà su di sé i nostri peccati, ricevendo, al posto nostro, il castigo di Dio da noi meritato.
La sua umanità santissima, sospesa per miracolo la sovrabbondanza della gloria del Verbo su di essa, riceve nella Passione l’ira della giustizia divina, scatenata da noi per i nostri peccati. Tenendo davanti a sé i terribili e dolorosissimi fatti della Passione, perché Lui come Dio sapeva ciò che doveva accadergli, Gesù lascia che la sua gloria eterna di Dio si manifesti soltanto per pochi istanti, nella, e attraverso, la sua umanità. Per qualche istante, Lui si lascia vedere come ciò che è: Dio onnipotente, Signore del tempo e della storia.
Per qualche istante, la sua umanità si manifesta visibilmente con la gloria che il Verbo possiede da tutta l’eternità. La gloria che i discepoli vedono, è la stessa gloria del Padre, donata da Lui al suo Figlio, Dio come Lui.
Gesù lascia vedere la sua gloria da Dio, la occulta, e non la manifesterà più fino alla resurrezione. Lungo tutta la Passione sospenderà l’azione della sua gloria nella sua umanità, e così tutti crederanno di crocefiggere un semplice uomo; e invece, faranno morire nella croce al Verbo eterno del Padre.
Gesù si mostra da Dio, prima della Passione, per farci vedere che alla resurrezione, alla felicità eterna, solo si arriva attraverso la croce. Perciò dobbiamo amare la nostra croce, perché la nostra croce, unita alla croce di Gesù, è il cammino al cielo; partecipando della sua Passione, saremo partecipi della sua beatitudine. Nell’Eucaristia, come nella Passione, Gesù nasconde la sua divinità; ma anche, come sul Monte Tabor, nell’Eucaristia, Gesù ci manifesta la sua misteriosa realtà di essere il Dio della gloria.
[1] Cfr. Matthias Joseph Scheeben, Los misterios del cristianismo, Ediciones Herder, Barcelona 1964, 300.

lunes, 15 de febrero de 2010

Eucaristia Pane di Vita eterna



L’Eucaristia è il Pane di Vita eterna, perché non è pane materiale, ma corpo e sangue di Cristo, Dio eterno (cfr. Mc 11, 27-33). I farisei si scandalizzano a causa delle parole di Gesù, perché non capiscono la Parola di Dio. Rifiutano Gesù come Dio e credono che ciò che Gesù dice si riferisce al corpo e sangue di Gesù non ancora glorificati. Una visione puramente umana mai può raggiungere il mistero dell’Eucaristia.
Ma Gesù parla da Dio e come Dio sa che Lui lascerà il suo corpo e il suo sangue glorificati come cibo di vita eterna.
Quando Gesù parla di mangiare e bere il suo corpo e il suo sangue, fa riferimento all’Eucaristia, alla Messa: “Se non bevete… se non mangiate”: corpo e sangue di Gesù, presenti sotto l’apparenza del pane e del vino, sono la vita di Dio comunicataci a noi.
Quando Gesù parla con i giudei e i farisei, ha in mente la celebrazione della Messa, l’Eucaristia, che è il suo corpo e il suo sangue colmati e glorificati dalla Presenza ipostatica, personale, dello Spirito Santo, Spirito de vita divina, perciò Lui chiama se stesso: “Il Pane vivo, disceso dal cielo”.
Il corpo e il sangue di Cristo sono l’Eucaristia; lì Lui ci si offre, da cibo delizioso, nel banchetto Pasquale, come Pane Vivo che ci comunica la Vita eterna di Dio. Attraverso il Pane Eucaristico, la vita di Dio Trinità si converte in noi come il principio di una vita nuova, nell’Eucaristia, diversa all’umana; è vita eterna perché è la vita della Trinità in noi.
Il corpo e il sangue di Cristo, nell’Eucaristia, sono sacrificio spirituale e vivanda spirituale, a ragione della divinità che inabita in essi.
Per il miracolo della Transustanziazione, non c’è più né pane né vino dopo la consacrazione. Le sostanze del pane e del vino sono trasformate nella sostanza del corpo e del sangue di Gesù glorificato. Sono il corpo e il sangue della Persona divina del Verbo di Dio, Persona viva ed eterna.
Perciò nell’Eucaristia c’è la Presenza reale della Persona divina di Gesù. Gesù si trova nell’Eucaristia in maniera sostanziale ed spirituale; vale a dire, l’Eucaristia è la Presenza sostanziale della Persona divina di Gesù. Presenza sostanziale, reale, spirituale, mistica, vuol dire lì, sull’altare, nella realtà, non nella nostra immaginazione.
Perciò quando mangiamo l’Eucaristia, ci sembra di mangiare un poco di pane, ma non c’è più pane: c’è Gesù chi ci si offre da vivanda divina ed eterna.
Nell’Eucaristia, incorporiamo il Dio Gesù alle nostre anime, ma è anche vero che il Dio Gesù ci incorpora al suo corpo, in maniera che noi formiamo con Lui un solo corpo.
Nell’Eucaristia c’è Gesù, ma anche lo Spirito Santo; è Lui ad agire l’opera della nostra santificazione, perché Lui, lo Spirito, viene versato sulle nostre anime ogni volta che mangiamo l’Eucaristia.
In maniera mistica e reale, lo Spirito Santo viene effuso su di noi attraverso il sacrificio sacramentale di Gesù nell’altare.
Perciò la nostra anima, partecipando al banchetto eucaristico, si fa dimora dello Spirito Santo. E questo Spirito deve guidare la nostra vita, deve aiutarci a fare le opere buone dei figli di Dio.