lunes, 9 de abril de 2012

Gesú é risorto!




Tutta la vita di Gesù, dall’Incarnazione, è un solo atto continuo sacrificale offerto al Padre per la salvezza degli uomini.

Tutta la vita di Gesù è stata un supremo ed unico atto di sacrificio: quando s’incarna, all’ingressare in una natura umana, si fa padrone dell’oggetto che sarà sacrificato, gli comunica mediante l’unione con la sua persona una dignità ed un valore infinito; mediante la sua Passione e morte consuma l’immolazione; mediante la Risurrezione e glorificazione lo trasforma in olocausto, mediante la sua Ascensione la fa salire ai cieli davanti la Presenza del Padre, per farlo possessione del Padre, per rendere eternamente un sacrificio perfetto.

La Risurrezione e l’Ascensione della sua umanità ai cieli rappresenta l’ultima fase dell’atto sacrificale, un atto c’ha un valore e una permanenza eterne, per il fatto di essere l’Uomo-Dio a fargli.

Mediante la Risurrezione, Lui si impadronisce definitivamente della sua umanità e fa eternamente l’offerta a Dio del suo corpo e del suo sangue. La Risurrezione è l’atto mediante il quale la vittima immolata iniziò ad essere possessione vera ed eterna di Dio. Il Fuoco della divinità, che infusi nuova vita all’Agnello immolato, assorbì la sua mortalità, lo trasformò in sé, lo fece salire come olocausto di soave profumo verso Dio, per dissolverlo ed unirlo a Dio.

Il sacrificio di Cristo non fu solamente personale, ma sacerdotale, è il sacrificio del Capo della razza umana e mediatore tra Dio e gli uomini. Perciò è il mio sacrificio, Lui l’offre per me, ed io devo unirmi al suo sacrificio, inanzittutto mediante l’intenzione immolativa della mia anima, mediante l’immolazione del mio essere nella messa, e mediante l’offerta delle mie opere buone nella vita di tutti i giorni. Il luogo principale della mia unione a Lui è sempre la Messa, perché lì Lui si offre al Padre, immolato, col suo corpo ed il suo sangue, non da morto, ma corpo e sangue gloriosi, ripieni della vita divina dello Spirito Santo. Nella Messa, il Cristo si offre da Vittima Innocente per me col suo corpo ed il suo sangue gloriosi e risuscitati.

Nella Messa assistiamo al suo Calvario, ma anche alla sua Risurrezione, perché ciò che offriamo a Dio non è un corpo morto, ma il corpo risuscitato e glorioso dell’Agnello di Dio: “Annunziamo la tua morte, proclamiamo la tua risurrezione”. A questo suo sacrificio dell’altare devo io unirmi con tutto il mio essere: lì si trova la fonte della mia risurrezione.

jueves, 5 de abril de 2012

LA MESSA È L’ULTIMA CENA, IL CALVARIO, IL MEMORIALE SANTO DEL SUO AMORE INFINITO PER NOI



(Giovedì Santo – Ciclo B – Gv 13, 1- 15)

“…Gesù… dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13, 1). Dio non fa le cose per necessità o per obbligo, ma per amore: l’amore e la misericordia sono il fondamento dei disegni di Dio , l’amore e la misericordia sono il fondamento della Pasqua di Gesù.

L’amore di Dio, lo Spirito Santo, è l’amore reciproco tra il Padre ed il Figlio, è Colui che unisce e sigilla l’amore perfettissimo e divino tra il Padre ed il Figlio, è la prenda reale mediante la quale tutti e due si consegnano l’essere divino .

Questo amore di Dio Trino è la forza che opera nell’Incarnazione e nella Passione dell’Uomo-Dio, mediante la quale non soltanto vuole Dio liberarci dal peccato, ma elevarci alla gloria di figli suoi, di figli di Dio, ad una gloria e ad una sublimità talmente ammirabili, che non possono essere espresse né compresse mediante semplici concetti .

Per farci figli suoi, per farci partecipi della gioia del suo essere divino, per versare nei nostri cuori il suo amore infinito e così portarci al suo Cuore Divino, Gesù Cristo consegna se stesso sull’altare della croce, consegna il suo Corpo e versa il suo Sangue nella croce. Ma questo non basta al suo Amore infinito. Lui vuole rinnovare questo gesto d’amore per ogni giorno della nostra vita; Lui vuole che noi, lontani due mille anni dal suo sacrificio nella croce, siamo presenti e partecipiamo a questo medesimo sacrificio, tutti i giorni della nostra vita, e per questo istituisce il memoriale della sua Passione, l’Eucaristia; istituisce il sacerdozio ministeriale, mediante il quale Lui stesso si consegnerà nell’Eucaristia, e lascia il comandamento dell’amore soprannaturale, spirituale e divino-umano, come fondamento del nostro rapporto verso Dio ed il prossimo. E come un anticipo di questo supremo sacrificio, sulla croce dell’altare, nell’Ultima Cena, consegna il suo Corpo nell’Ostia e versa il suo Sangue sul calice. Nell’Ultima Cena, prima di compiere la sua Pasqua, il suo Passo di questo mondo all’altro, l’Uomo-Dio, Sacerdote Eterno della Nuova Alleanza, consegna alla Chiesa, Sua Sposa, le istituzioni supreme del suo Amore infinito: il sacerdozio ministeriale e l’Eucaristia, ed il loro fondamento, il comandamento dell’amore verso Dio ed il prossimo. Tutti questi doni si attualizzano e si fanno uno nella Messa, perciò nella Messa Cristo lascia alla sua Chiesa il dono supremo del suo Amore, il Memoriale della Ultima Cena e della sua Passione, Memoriale santo mediante il quale comunicherà agli uomini questo amore del suo Cuore ed il suo Cuore stesso.

La Messa è l’Ultima Cena, ed è anche il sacrificio di Cristo nella croce; è lo stesso sacrificio, realizzato due mille anni fa, rinnovato misticamente sotto le specie eucaristiche. Nella Messa, sacrificio dell’altare, si verifica la stessa immolazione di Cristo sulla croce, vale a dire, la separazione sacrificale del Sangue dal Corpo. La separazione del suo Corpo reale dal suo Sangue reale, verificata nella croce, è significata, nella Messa, dalla doppia consacrazione, separata, del pane e del vino.

Fu lo stesso Signore Gesù Cristo ad istituire una doppia consacrazione, del pane e del vino, allo scopo di farci vedere che, sull’altare, si verifica il suo sacrificio, come nella croce. Il pane ed il vino si consacrano separatamente perché nella croce il Corpo ed il Sangue si separano.

È la Parola Onnipotente del Verbo del Padre, che opera con la sua virtù divina nella consacrazione, a trasformare il pane nel Corpo di Cristo ed il vino nel suo Sangue. Per le parole della consacrazione –Questo è il mio Corpo... Questo è il mio calice- si fanno presenti, separatamente, sull’altare, per la potenza infinita del Verbo, il Corpo ed il Sangue di Cristo: sotto le specie, sotto le apparenze del pane, si fa presente soltanto il Corpo; sotto le specie, sotto le apparenze del vino, si fa presente soltanto il Sangue. Nella Messa, come nell’Ultima Cena, è la Parola Onnipotente ed Eterna del Salvatore, pronunciata attraverso la debole voce umana e terrena del sacerdote ministeriale, a trasformare il pane nella Carne di Gesù ed il vino nel suo Sangue. Per questa azione onnipotente e divina del Verbo, sull’altare si trovano il medesimo Corpo ed il medesimo Sangue donati in sacrificio per la nostra salvezza; sull’altare, per la Parola del Padre eternamente pronunciata, si trova lo stesso Corpo offerto per noi, lo stesso Sangue versato per noi, misticamente separati, sostanzialmente presenti, meravigliosamente reali.

Nell’altare Gesù Cristo realizza la stessa azione sacrificale che realizza sulla croce, perchè il sacrificio dell’altare è il medesimo sacrificio della croce, realizzato nel tempo, rinnovato lungo la storia in maniera incruenta, sacramentalmente.

Perciò, per essere l’Eucaristia la rinnovazione sacramentale INCRUENTA della morte di Cristo sulla croce, vale a dire, per il fatto di essere la Messa lo stesso sacrificio e morte in croce, nell’Eucaristia vige una misteriosa separazione, del Corpo e del Sangue. Assistiamo in ogni Messa ad una immolazione mistica, attuale, presente, di Cristo sulla croce. Questo vuole dire che tra pochi minuti, oggi, come in ogni messa, sull’altare, si farà presente nello Spirito il Salvatore, in Persona, come nell’Ultima Cena, come nella croce.

Per la separazione sacramentale del Corpo dal Sangue di Gesù, operata misticamente nella Messa, la Messa è un vero sacrificio, che attualizza, sulla altare, l’immolazione del Calvario.

In ogni Sacrificio Eucaristico, in ogni Messa, sotto i nostri occhi, partecipiamo allo stesso sacrificio del Calvario, perché partecipiamo, per il potere dello Spirito Santo, alla stessa Ultima Cena storica.

Se la Messa è l’Ultima Cena, il Calvario, il Memoriale santo del suo Amore infinito per noi, la nostra partecipazione non può, non deve essere fredda, indifferente, verso Lui che s’immola sull’altare per amore per noi. Il nostro deve essere l’atteggiamento di un silenzioso raccoglimento interiore, di una amorosa e soprannaturale adorazione, fatta nello Spirito Santo, mediante la quale manifestiamo la nostra gioia, la nostra ammirazione ed il nostro ringraziamento per questi doni del suo Sacro Cuore, attraverso i quali vuole gettarci nell’abisso infinito del suo Cuore: il sacerdozio ministeriale, l’Eucaristia, il comandamento della carità.

Ma questo lo dobbiamo chiedere come dono allo Spirito di Cristo, lo Spirito Santo, perché solo lo Spirito Santo ha il potere per accendere nei nostri cuori il fuoco santo dell’amore di Dio.