lunes, 24 de diciembre de 2012

Offriamoli il nostro povero cuore, per accogliere il Bambino Gesù e lo facciamo per tutti quelli che lo rifiutano



(Natività - Mt 1, 18-24)
            La Parola di Dio ci parla oggi del mistero dell’Incarnazione del Verbo: “Maria… si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”.
            Questo mistero è il principale della nostra fede. È il mistero che fa sì che la nostra Chiesa sia l’unica Chiesa vera tra tutte le Chiese. Perché è la Chiesa dove la Parola di Dio si incarna e si comunica agli uomini. I misteri della Chiesa scaturiscono dalla Trinità e si presentano a noi per darci a conoscere a Dio, ma, anche una volta conosciuti, rimangono inafferrabili.
            L’Incarnazione fa sì che la nostra Chiesa sia una Chiesa dei misteri: i misteri di Cristo, i misteri della sua vita, Passione, morte e risurrezione.
            L’Incarnazione è un mistero, ma questo non vuol dire “irragionevole”. Vuol dire “irraggiungibile”, ma, allo stesso tempo, ragionevole. Meglio ancora, sopraragionevole, sopranaturale. Non è contrario alla ragione umana dire: “Dio si è incarnato e si è fatto uomo senza lasciare di essere Dio”. È qualcosa che non è irragionevole, ma rimane sempre nel mistero, che è inesauribile, perché è il mistero di Dio. Il mistero della fede e come mai il Dio Onnipotente ed Eterno, ha voluto incarnarsi, vale a dire, essendo Dio, farsi Bambino, essendo Onnipotente, farsi debole, essendo Eterno, nascere nel tempo.
            L’Incarnazione è un opera della Trinità: è il Padre ad inviare il Figlio, nell’amore dello Spirito Santo. Ma è soltanto il Figlio ad assumere una natura umana, ad incarnarsi.
“…quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo”: lo Spirito Santo ha un ruolo centrale nell’incarnazione: il Padre invia il Figlio nello Spirito d’Amore, verso gli uomini e verso il Figlio; il Figlio obbedisce nello Spirito d’Amore al Padre, e lo Spirito Santo, Spirito d’Amore, crea il corpo e l’anima umana di Gesù all’interno del grembo virginale e purissimo di Maria per amore al Padre, al Figlio e agli uomini.
L’Incarnazione dunque è un mistero d’Amore, dell’amore della Trinità verso gli uomini. Un amore che non siamo in grado di capire –e anche qualche volta non vogliamo capire- perché è l’Amore di un Dio verso la sua creatura, l’uomo, un amore divino, infinito, senza misura. Un amore eterno, come Dio: “Dio è amore”. E siccome Dio è eterno, così il suo amore per noi.
È questo amore di Dio, lo Spirito Santo, quel che porta ad attuare l’opera dell’Incarnazione. Ciò che si è generato in Maria Vergine è opera dello Spirito Santo: è stato generato in Maria Vergine la natura umana di Gesù, che si è unita immediatamente alla Persona divina del Verbo. Così Gesù è Dio –Seconda Persona della Trinità- e uomo allo stesso tempo. Vero Dio e vero Uomo, generato nell’eternità dalla stessa sostanza del Padre, nato nel tempo dalla Vergine Maria.
Questo è il mistero della fede cattolica: Gesù è il Verbo eterno di Dio che opera attraverso la sua natura umana.
Quale lo scopo di tutta questa opera della Trinità? Lo scopo è introdurre, alla creatura creata, nel grembo della Trinità, affinché questa creatura abbia, per tutta l’eternità, un rapporto personale d’amore con le Persone della Trinità.
Perciò la nostra religione, l’unica vera, è la religione dei misteri, i misteri dell’amore di Cristo Dio; i misteri di cui Dio Trino, che vuole avere la sua creatura con Lui per i secoli senza fine.
Prossimi a commemorare il Natalizio di Gesù, possiamo vedere con certa tristezza che, come diceva Santa Teresa di Gesù, “l’Amore non è amato”. Si preferisce, in uno brusco scambio, i maghi all’amore trinitario di Dio.
Oggi, tantissimi, hanno dimenticato Dio. Si può dire che Dio non c’entra niente con la vita quotidiana della stragrande maggioranza dei cittadini di tutti i paesi. È più attraente dedicarsi alla magia, confidare negli stregoni o, peggio ancora, pensare solo a lavorare e “sfruttare la vita”.
Al commemorare la sua venuta al mondo, che è la venuta di Lui, la luce, la verità, la pace, vediamo che c’è un immensa oscurità nei cuori degli uomini, lontani da Dio; non c’è verità, non c’è pace. C’è un immensa dimenticanza di Dio, che si è fatto Bambino per amore a noi. Per esempio, questo viene convalidato da statistiche fatte dal giornale “Leggo”, quel che viene distribuito nel metrò. Dice così nella sua edizione del lunedì 17 dicembre 2001[1]: “Altro che Babbo Natale. Cambiano i simboli della festa più amata ed attesa dagli italiani. E per i più piccoli questo anno il nuovo testimonial natalizio è Harry Potter, il maghetto che spopola in libreria, al cinema e in tv. Lo dichiarano sette bambini su dieci”.
Questa è l’immensa oscurità nella quale vive immerso il mondo di oggi: la oscurità di vivere lontani da Dio, che è luce.
Oggi come in Betlehem, c’è oscurità e freddo: il freddo dei cuori degli uomini senza Dio. Dio è l’amore, e se non c’è Dio nel cuore, c’è il freddo dell’egoismo, della violenza, dell’odio.
Oggi come in Betlehem, non c’è posto per il Bambino Dio: come non c’era posto negli alberghi per accogliere a Gesù che nasceva, così oggi non c’è posto nel cuore degli uomini, occupate da cose più importanti, come il lavoro, guadagnare i soldi, mangiare, festeggiare.
Oggi come in Betlehem, sono pochissimi coloro che si rendono conto che Gesù è nato a Betlehem, che Gesù Bambino è Dio e viene non soltanto a salvarci, ma a donarci il suo amore.
Oggi preferiscono Harry Potter, un film dove non si nomina Dio, dove l’odio ai nemici, le bugie, e l’apprezzo per la magia sono viste come cose buone e divertenti.
Ovviamente, voi e i bambini qui presenti preferiscono Gesù a Babbo Natale e a Harry Potter.
Facciamo del nostro cuore una grotta dove possa nascere il Dio Bambino.
Offriamoli il nostro povero cuore, per accoglierlo e lo facciamo per tutti quelli che lo rifiutano.


[1] Cfr. Daniela Cocchi, Leggo, Attualità, lunedì 17 dicembre 2001, 3.

viernes, 14 de diciembre de 2012

In questo Avvento, facciamo del nostro cuore una grotta dove possa nascere il Dio Bambino




(Mt 1, 18-24)
            La Parola di Dio ci parla oggi del mistero dell’Incarnazione del Verbo: “Maria… si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”.
            Questo mistero è il principale della nostra fede. È il mistero che fa sì che la nostra Chiesa sia l’unica Chiesa vera tra tutte le Chiese. Perché è la Chiesa dove la Parola di Dio si incarna e si comunica agli uomini. I misteri della Chiesa scaturiscono dalla Trinità e si presentano a noi per darci a conoscere a Dio, ma, anche una volta conosciuti, rimangono inafferrabili.
            L’Incarnazione fa sì che la nostra Chiesa sia una Chiesa dei misteri: i misteri di Cristo, i misteri della sua vita, Passione, morte e risurrezione.
            L’Incarnazione è un mistero, ma questo non vuol dire “irragionevole”. Vuol dire “irraggiungibile”, ma, allo stesso tempo, ragionevole. Meglio ancora, sopraragionevole, sopranaturale. Non è contrario alla ragione umana dire: “Dio si è incarnato e si è fatto uomo senza lasciare di essere Dio”. È qualcosa che non è irragionevole, ma rimane sempre nel mistero, che è inesauribile, perché è il mistero di Dio. Il mistero della fede e come mai il Dio Onnipotente ed Eterno, ha voluto incarnarsi, vale a dire, essendo Dio, farsi Bambino, essendo Onnipotente, farsi debole, essendo Eterno, nascere nel tempo.
            L’Incarnazione è un opera della Trinità: è il Padre ad inviare il Figlio, nell’amore dello Spirito Santo. Ma è soltanto il Figlio ad assumere una natura umana, ad incarnarsi.
“…quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo”: lo Spirito Santo ha un ruolo centrale nell’incarnazione: il Padre invia il Figlio nello Spirito d’Amore, verso gli uomini e verso il Figlio; il Figlio obbedisce nello Spirito d’Amore al Padre, e lo Spirito Santo, Spirito d’Amore, crea il corpo e l’anima umana di Gesù all’interno del grembo virginale e purissimo di Maria per amore al Padre, al Figlio e agli uomini.
L’Incarnazione dunque è un mistero d’Amore, dell’amore della Trinità verso gli uomini. Un amore che non siamo in grado di capire –e anche qualche volta non vogliamo capire- perché è l’Amore di un Dio verso la sua creatura, l’uomo, un amore divino, infinito, senza misura. Un amore eterno, come Dio: “Dio è amore”. E siccome Dio è eterno, così il suo amore per noi.
È questo amore di Dio, lo Spirito Santo, quel che porta ad attuare l’opera dell’Incarnazione. Ciò che si è generato in Maria Vergine è opera dello Spirito Santo: è stato generato in Maria Vergine la natura umana di Gesù, che si è unita immediatamente alla Persona divina del Verbo. Così Gesù è Dio –Seconda Persona della Trinità- e uomo allo stesso tempo. Vero Dio e vero Uomo, generato nell’eternità dalla stessa sostanza del Padre, nato nel tempo dalla Vergine Maria.
Questo è il mistero della fede cattolica: Gesù è il Verbo eterno di Dio che opera attraverso la sua natura umana.
Quale lo scopo di tutta questa opera della Trinità? Lo scopo è introdurre, alla creatura creata, nel grembo della Trinità, affinché questa creatura abbia, per tutta l’eternità, un rapporto personale d’amore con le Persone della Trinità.
Perciò la nostra religione, l’unica vera, è la religione dei misteri, i misteri dell’amore di Cristo Dio; i misteri di cui Dio Trino, che vuole avere la sua creatura con Lui per i secoli senza fine.
Prossimi a commemorare il Natalizio di Gesù, possiamo vedere con certa tristezza che, come diceva Santa Teresa di Gesù, “l’Amore non è amato”. Si preferisce, in uno brusco scambio, i maghi all’amore trinitario di Dio.
Oggi, tantissimi, hanno dimenticato Dio. Si può dire che Dio non c’entra niente con la vita quotidiana della stragrande maggioranza dei cittadini di tutti i paesi. È più attraente dedicarsi alla magia, confidare negli stregoni o, peggio ancora, pensare solo a lavorare e “sfruttare la vita”.
Al commemorare la sua venuta al mondo, che è la venuta di Lui, la luce, la verità, la pace, vediamo che c’è un immensa oscurità nei cuori degli uomini, lontani da Dio; non c’è verità, non c’è pace. C’è un immensa dimenticanza di Dio, che si è fatto Bambino per amore a noi. Per esempio, questo viene convalidato da statistiche fatte dal giornale “Leggo”, quel che viene distribuito nel metrò. Dice così nella sua edizione del lunedì 17 dicembre 2001[1]: “Altro che Babbo Natale. Cambiano i simboli della festa più amata ed attesa dagli italiani. E per i più piccoli questo anno il nuovo testimonial natalizio è Harry Potter, il maghetto che spopola in libreria, al cinema e in tv. Lo dichiarano sette bambini su dieci”.
Questa è l’immensa oscurità nella quale vive immerso il mondo di oggi: la oscurità di vivere lontani da Dio, che è luce.
Oggi come in Betlehem, c’è oscurità e freddo: il freddo dei cuori degli uomini senza Dio. Dio è l’amore, e se non c’è Dio nel cuore, c’è il freddo dell’egoismo, della violenza, dell’odio.
Oggi come in Betlehem, non c’è posto per il Bambino Dio: come non c’era posto negli alberghi per accogliere a Gesù che nasceva, così oggi non c’è posto nel cuore degli uomini, occupati da cose più importanti, come il lavoro, guadagnare i soldi, mangiare, festeggiare.
Oggi come in Betlehem, sono pochissimi coloro che si rendono conto che Gesù è nato a Betlehem, che Gesù Bambino è Dio e viene non soltanto a salvarci, ma a donarci il suo amore.
Oggi preferiscono Harry Potter, un film dove non si nomina Dio, dove l’odio ai nemici, le bugie, e l’apprezzo per la magia sono viste come cose buone e divertenti.
Ovviamente, voi e i bambini qui presenti preferiscono Gesù a Babbo Natale e a Harry Potter.
Facciamo del nostro cuore una grotta dove possa nascere il Dio Bambino.
Offriamoli il nostro povero cuore, per accoglierlo e lo facciamo per tutti quelli che lo rifiutano.



[1] Cfr. Daniela Cocchi, Leggo, Attualità, lunedì 17 dicembre 2001, 3.