Il mistero di Cristo

L’Incarnazione del Verbo è la ragione per la quale Cristo, l’Uomo-Dio, è il Re dell’universo: perché Lui, da Verbo di Dio, crea dal nulla una natura umana, la unisce intimamente alla sua Persona e si riviste da essa, divinizzandola al suo contatto. Il Verbo eterno del Padre, nel momento di essersi incarnato nel grembo verginale di Maria, comunica al suo corpo e alla sua anima umana la gloria e la santità divina, quella stessa gloria e quella stessa santità ricevuta dal Padre da tutta l’eternità, facendo di questa umanità, l’umanità santissima del Verbo Incarnato, Gesù Cristo, piena di gloria, di luce e di vita divina.
Per il contatto dell’umanità di Gesù con la Persona divina del Verbo di Dio, Gesù Cristo si converte –a differenza del primo Adamo, che era il capo soltanto del genere umano- nel Capo di tutte le potenze terrestre, celesti e terreni. Vale a dire, per il fatto di essere l’Uomo-Dio, di essere la sua umanità, corpo e anima, assunta e divinizzata dal Verbo eterno, Gesù si converte nel Capo di tutto l’universo, sia spirituale che materiale: Cristo è il Re dell’universo.
Cristo, l’Uomo-Dio, Dio fatto uomo senza lasciare di essere Dio, è il Re dell’universo, il Nuovo Adamo, dove inhabita la Trinità. Cristo, Nuovo e Vero Adamo, è il principio della nuova umanità perché Lui è la fonte di vita e di grazia divina dalla quale e per la quale l’umanità peccatrice è liberata dal peccato, rigenerata, ri-creata, pianificata dalla santità di Dio e presentata all’altare celeste, davanti agli occhi di Dio.
Il primo Adamo, prima della caduta, era già stato fatto da Dio re della Creazione, perché essendo creato da Dio come una unità sostanziale di corpo ed anima, di materia e di spirito, riuniva in se stesso tutto l’universo; ancora più, Dio l’aveva creato a sua somiglianza, vale a dire, capace di conoscere ed amare; ancora più, Dio l’aveva regalato tantissimi doni naturali e preternaturali, come l’immortalità, l’assenza di dolore, la giovinezza perenne, l’amicizia con Dio.
Il primo Adamo pero rifiuto la corona che Dio stesso aveva collocato sul suo capo, ripudiando, sprezzando ed offendendo Dio che per amore lo aveva fatto re della sua Creazione. L’uomo scelse di lasciare di essere re della Creazione di Dio per essere schiavo del regno delle tenebre. Adamo perse, per lui e per tutti noi, la corona che Dio Trinità ci aveva regalato; perse la sua regalità, cadendo dal trono del Paradiso.
Cristo, Verbo Incarnato, Re dell’universo, per ritornare a Dio la gloria dovuta e rubata dall’uomo peccatore, per placcare la giustizia divina offesa per la malizia dell’uomo, e per riconciliare all’uomo malvagio con Dio, offre in olocausto la sua umanità santa sull’altare della croce. Il Re dell’universo si offre sul Calvario e con la sua morte in croce cancella il peccato, che offende Dio e rende malvagio all’uomo; distrugge la morte, conseguenza del peccato e il suo giusto castigo; vince il demonio, principe del regno delle tenebre.
Ancora di più, Cristo Re non soltanto ci restituisce l’anticha regalità, quella persa dal primo Adamo: siccome Lui è non come il primo Adamo, principio di vita naturale, ma principio di vita soprannaturale, Cristo Re ci dona una altra regalità, ancora più grande, meravigliosa e misteriosa, ci dona una regalità che è una partecipazione reale, organica, alla sua regalità: ci dona la corona di figli di Dio; di avere in noi, come fiume di vita nuova, non umana ma divina che circola in noi, la vita di Dio.
La maestà di Cristo Re, la grazia e la vita divina che scaturiscono da Lui come da una fontana, ci viene comunicata a noi da Lui stesso, attraverso i sacramenti, principalmente l’Eucaristia, perché i sacramenti sono la sua umanità, mediante la quale questo Re continua ad agire lungo il tempo e la storia, versando su di noi, in ogni celebrazione eucaristica, la sua vita divina.
Cristo Re regna dalla croce, ma regna anche dall’Eucaristia, perché l’Eucaristia è l’attualizzazione della sua Passione, Morte e Risurrezione. Cristo Re, presente e vivo nell’Eucaristia, vuole ingessare nelle nostre anime e trasmetterci la sua vita e la sua divinità, vuole fare di noi parte reale del suo Corpo regale, vuole fare di ciascuno di noi un altro Cristo Re, vuole donarci tutto il suo Regno, il Regno dei Cieli, che non è un’altra cosa che Lui stesso.
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