Ascensión del Señor Ciclo C 2001
Primer sermón predicado como diácono
Domingo 27 de mayo de 2001
Fiano
Ponzano Romano
Anno C
At 1, 1-11 – Eb
9, 24-28. 10, 19-23 – Lc 23, 46-53
“Si
staccò da loro e fu portato verso il cielo”
Gesù Cristo è l’Uomo-Dio
che, dopo aver compiuto la sua Passione e Resurrezione, adesso inizia il
movimento di ritorno al Padre, da dove era uscito per compiere l’incarnazione e
la salvezza degli uomini. Infatti, Lui aveva detto: “Sono uscito dal Padre e
sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre” (Gv 16, 28). Aveva detto: “Sono uscito”,
perché è il Verbo Eterno di Dio, Dio Figlio, che generato eternamente dalla
mente del Padre, ha la stessa sostanza del Padre; aveva detto anche: “sono
venuto al mondo”, cioè, si è incarnato per partire per gli uomini, “lascio di
nuovo il mondo”, perché muore nella croce, e la sua anima lascia questo mondo;
e dopo disse: “vado al Padre”, perché è risuscitato. Salendo adesso al Cielo,
come ci dice oggi il Vangelo, ritorna al Padre dopo aver compiuto la sua
missione affidata dal Padre.
Dopo la Risurrezione,
prima di salire, il Signore si appare ai suoi discepoli, gli affida una
missione, e ritorna al cielo. I discepoli rimangono senza di Lui, e non lo
vedono più.
Come agli apostoli, anche
a noi l’ascensione del Signore sembra lasciarci senza la sua presenza; come gli
accade agli apostoli, sembriamo rimanere soli, senza di Lui, perché il Vangelo
dice: “si staccò da loro”, cioè, si distaccò da noi, i suoi discepoli. E dice
dopo il Vangelo: “fu portato verso il cielo”: fu portato Lui, non gli apostoli; neanche noi siamo portati adesso al cielo.
Non abbiamo più la sua
Presenza sensibile, corporale, come non la ebbero più i discepoli in quel
tempo. Non lo vediamo più, e sappiamo della sua esistenza per la fede, per il
Vangelo, per quelli che predicano, ma non lo vediamo più con gli occhi del corpo.
È vero che non lo
vediamo; ma, è vero che non abbiamo la sua Presenza? Gesù è salito al cielo,
allora è seduto alla destra del Padre; ma, questo vuol dire che soltanto lo
potremmo vedere, parlare, toccare, ascoltare, soltanto quando noi arriveremmo
al cielo, aiutati da Dio?
È vero che non lo vediamo
più, ma è anche vero che abbiamo tra di noi la sua Presenza, e questa la sua
Presenza la abbiamo in un triple modo.
Gesù sale al Padre, ma
non ci lascia soli: ci lascia il suo Corpo e il suo Sangue: ci lascia la sua
Presenza Eucaristica. Gesù sale al Padre, ma non ci lascia soli: ci lascia il
suo Corpo Mistico, la Chiesa. Gesù sale al Padre, ma non ci lascia soli: ci invia
il suo Spirito, che è lo Spirito Santo, “quello che il Padre di Lui ci ha
promesso”.
Gesù è l’Uomo-Dio, è Dio
fatto uomo senza lasciare di essere ciò che è, Dio. Perciò, dopo la morte della
sua umanità, è stata la sua divinità a ritornargli la vita a quest’umanità, che
possiede adesso proprietà divine. Perciò, perché Gesù Cristo è Dio Onnipotente,
è stato Lui stesso ad inventare i modi di rimanere con noi: l’Eucaristia, la
Chiesa, i carismi dello Spirito Santo.
Rimane sempre con noi
nella sua Presenza Eucaristica, dove Lui è voluto rimanere nei secoli, finché
abbia tempo e mondo, fino alla fine del mondo. Anche se non lo vediamo con gli
occhi del corpo, lo vediamo con gli occhi della fede nell’Eucaristia, dove
sappiamo che si trova realmente presente, col suo Corpo, Sangue, Anima e
Divinità.
Rimane sempre con noi
nella Chiesa, la sua Sposa, quella nostra Madre, che ci accompagna, nei segni
del tempo, nel nostro cammino di salvezza. Rimane nella Chiesa, che ha
l’incarico dato da Lui di annunziare ad ogni uomo di ogni luogo e tempo che il
tempo si è compiuto e che il Regno dei cieli è arrivato nella Persona di Gesù
Cristo.
Rimane sempre con noi nei
carismi suscitati dallo Spirito Santo, promesso ed inviato da Lui; rimane, in
altre parole, nell’esempio dei suoi figli, i nostri fratelli: i santi, i
martiri, i mistici, che con la loro vita ci dicono che solo Gesù è il Signore
per cui è valido donare la propria vita.
L’Ascensione di Gesù,
anche in un primo momento ci sembra l’inizio di una vita senza Gesù, segno
nonostante varie cose: il punto conclusivo della missione terrena di Gesù,
l’inizio della missione della Chiesa pellegrina nella terra, l’inizio della sua
Presenza Eucaristica tra noi. L’ascensione di Gesù segna l’inizio di una nuova
vita in Gesù e con Gesù, con una Presenza Eucaristica reale e quotidiana che
anticipa la sua presenza definitiva nei cieli.
Gesù sale al Padre,
lasciandoci l’Eucaristia, la Chiesa, lo Spirito Paraclito, e gli apostoli, come
abbiamo visto, non rimangono soli, perché hanno con essi a Gesù, che pur
essendo nel cielo, si trova anche nelle loro anime.
Perciò, cerchiamo
d’imitare l’attitudine degli apostoli: “Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono
a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. “Dopo
averlo adorato”, perché illuminati dallo Spirito Santo, riconoscevano nell’umanità
di Gesù, la sua Divinità, e lo adoravano. Così dobbiamo fare noi: insegnati
dallo Spirito Santo, dobbiamo riconoscere la sua umanità divinizzata, la sua
divinità umanizzata, nell’Eucaristia, dove si trova realmente Presente, ed
adorarlo, perché il riconoscimento di Dio porta alla sua adorazione, che non è
l’umiliazione di noi peccatori davanti alla sua infinita maestà. L’adorazione è
l’omaggio della mente e dello spirito offerto solo a Dio, perché solo Dio, Gesù
Cristo, merita l’essere adorato.
“Tornarono a Gerusalemme
con grande gioia”: la nostra Gerusalemme è la Chiesa Cattolica Apostolica
Romana, e dobbiamo, per il fatto di essere contadini di questa nobile città,
per il fatto di essere figli della Chiesa Romana, avere sempre gioia nel cuore,
perché, come gli apostoli, e come tutta la Chiesa, aspettiamo il Signore, fonte
di tutta gioia e della gioia definitiva.
“Stavano sempre nel
tempio lodando Dio”: il tempio, significa la parrocchia, la cappella, cioè
l’edificio materiale, ma soprattutto significa la nostra anima e il nostro
corpo, fatti tempio dello Spirito Santo dalla grazia donataci da Gesù Cristo.
Come gli apostoli, dobbiamo in tutto momento, col corpo e con l’anima,
“sempre”, lodare Dio, cercarlo, parlargli, ascoltarlo, affidargli i nostri
pensieri, le nostre fatiche, i nostri lavori, la nostra vita intera. “Sempre”,
in silenzio, con le parole, con la preghiera, da soli, in comunità.
Solo in questa maniera,
imitando agli apostoli, vivremmo questa vita con i piedi nella terra, ma con lo
sguardo posto nel cielo, aspettando sempre il definitivo ritorno di Gesù.
Chiediamo a Maria, la
Regina del cielo, che ci aiuti a riconoscere sempre al suo Figlio, nascosto
nella Presenza Eucaristica, nella Chiesa, nei suoi santi.