miércoles, 25 de abril de 2018

Uniamoci con Maria al sacrificio del Cristo Eucaristico




Uniamoci con Maria al sacrificio del Cristo Eucaristico
(III Domenica TO – Ciclo B -  Lc 2, 22-40)

Maria presenta il Bambino al Tempio, il sacerdote del Tempio lo depone sull’altare e lo offre a Dio. Simeone, illuminato dallo Spirito Santo, profetizza il dolore di Maria, ed insieme ad Anna, lo riconosce come il Messia.
Maria, associata sin dall’inizio alla missione redentrice del suo Figlio[1], da Madre del Figlio, coopera attivamente nel sacrificio redentore di Gesù[2] e come parte di questa cooperazione lo presenta come offerta a Dio sull’altare tramite il sacerdote. Per questa cooperazione Maria diviene il deposito di tutta la grazia meritata per l’umanità da Cristo nella croce, diviene la Mediatrice universale di grazia, il che vuole dire che assolutamente nessuna grazia di Cristo ci viene all’infuori di Maria. Questo vuole dire che Cristo vuole farci suoi solo attraverso Maria ma anche attraverso la Chiesa, perché siccome la Chiesa è modellata da Cristo sull’immagine di Maria, siccome Maria è l’immagine ed il modello ideale della Chiesa, nessuna preghiera è ascoltata e nessuna grazia è donata all’infuori della Chiesa e nessuna preghiera è ascoltata e nessuna grazia è donata nella Chiesa all’infuori di Maria[3].
Maria presenta il Figlio nel Tempio perché, nello Spirito dell’Amore divino, si associa al Figlio dall’inizio, in tutte le fasi della sua opera di redenzione, opera mediante la quale l’umanità sarà liberata dal potere delle tenebre e vedrà splendere su di sé la luce di Dio Trinità e lo glorificherà in una eternità di gioia. Ma prima di questo Maria accompagnerà il suo Figlio nella Passione, sarà partecipe dei dolori intensi del Figlio[4], dovrà attraversare un mare di amarezza, il suo Cuore Immacolato sarà trafitto dalla spada del dolore, come la lancia attraversò il Cuore del Figlio nella croce, dovrà essere schiacciata dallo stesso dolore che schiacciò il suo Figlio. È questo ciò che Simeone, illuminato dallo Spirito, profetizza su di lei; nella Madre che presenta il Bambino, lo Spirito Santo gli fa vedere sia la divinità del Figlio che l’unità nel dolore della Madre e del Figlio nella Passione redentrice.
Simeone ed Anna, figure dei fedeli della Chiesa Cattolica, i battezzati, riconoscono in questo Bambino il Salvatore, loro sanno che questo Bambino sostenuto dalle bracci maternali di Maria non è solo un bambino umano, sanno che è il Bambino Dio, che è Dio incarnato, rivestito da una natura umana, rivestito da Bambino. Sanno che questo Bambino che li sorride è il Figlio di Dio inviato dal Padre a salvare l’umanità mediante il sacrificio della sua umanità nella croce. Sanno che è l’Emmanuelle,  Dio tra noi, ma questo non lo fanno da soli, con le sole forze umane, ma illuminati e guidati dallo Spirito Santo: è impossibile riconoscere il Cristo Messia senza la luce divina dello Spirito di luce: “…era pieno dello Spirito”.
Allo stesso modo come loro riconobbero la divinità di Gesù nascosta sotto la forma di un bambino umano, allo stesso modo noi riconosciamo il Cristo Dio nascosto sotto la forma di ciò che sembra di essere pane. La riconoscenza del Cristo Eucaristico e la consapevolezza della sua Presenza reale tra noi, sull’altare, nel tabernacolo, è opera esclusiva dello Spirito divino; solo con Lui e in Lui, possiamo essere certi della sua Presenza reale e sostanziale, non immaginaria, nell’Eucaristia. Lo Spirito Santo ci fa conoscere, con una conoscenza soprannaturale, che il Cristo Eucaristico è l’Emmanuelle, Dio tra noi, che prolunga nell’incarnazione nel grembo di Maria la sua filiazione divina, e prolunga nell’Eucaristia nel grembo della Chiesa la sua incarnazione. Mediante lo Spirito Santo possiamo sapere che ciò che Maria-Chiesa ci presenta ed offre in sacrificio a Dio in ogni Messa non è un po’ di pane, ma l’Eucaristia, Cristo glorioso nei cieli in mezzo a noi che si immola sull’altare per salvarci e per glorificare Dio Trinità. Mediante lo Spirito Santo possiamo sapere che ciò che offriamo a Dio non è pane né vino, ma il Corpo glorioso e risuscitato di Cristo ed il suo Sangue ripieno dello Spirito di Vita divina.
Allo stesso modo come Maria offre il Bambino a Dio mediante il sacerdote, la Chiesa, mediante il sacerdote ministeriale, depone il Figlio di Dio Incarnato sull’altare, nell’Eucaristia, offrendolo a Dio, col suo Corpo glorioso e risuscitato, come un sacrificio perfetto di eterna lode. La Chiesa, come Maria, animata ed inabitata dallo Spirito Santo, offre a Dio, mediante il sacerdote ministeriale, il Figlio Incarnato nell’Eucaristia, ma siccome nello Spirito e mediante lo Spirito la Chiesa si costituisce pure in Madre spirituale e verginale dei figli adottivi di Dio[5], offre a Dio anche i suoi figli adottivi, i battezzati, nel sacrificio eucaristico di Cristo Capo, perché essi sono stati incorporati al Corpo Mistico del Figlio di Dio. Da membra del Corpo, sono offerti dalla Chiesa nel sacrificio del Corpo e del Capo nell’altare. Maria Chiesa offre a Dio nello Spirito d’Amore, il sacrificio di Cristo Capo rinnovato nell’Eucaristia ed il sacrificio dei suoi figli, membra del Corpo Mistico di Cristo.
         Da figli di Dio, offriamo a Lui in adorazione il sacrificio eterno, divino ed infinito, il sacrificio eucaristico di Cristo, sacrificio perffettissimo di riparazione, di espiazione e di adorazione, che sale come olocausto spirituale di soave e delicato profumo fino all’altare dei cieli; unico sacrificio degno della sua maestà eterna, divina ed infinita, perché eterno, divino ed infinito.
         Da figli della Chiesa e membra del suo Corpo, uniamoci a Cristo Capo, che s’immola sull’altare come nella croce, nel suo sacrificio eucaristico, rinnovazione sacramentale del suo sacrificio in croce.
         Da figli di Maria, portati da Lei ed illuminati dallo Spirito Santo, uniamoci in questa Messa al Cristo Eucaristico, il Figlio di Maria, che nello Spirito d’Amore si offre al Padre come sacrificio di espiazione e di adorazione eterna.



[1] Cfr. Gabriel María Roschini, La Madre de Dios, Editorial Apostolado de la Prensa, Madrid 1962, 561.
[2] Cfr. Matthias Josep Scheeben, Mariology.
[3] Cfr. Scheeben, Mariology.
[4] Cfr. Adrienne Von Speyr, L’Ancella del Signore. Maria, Jaca Book, Milano 1986, 78.
[5] Cfr. Matthias Josep Scheeben, Los misterios del cristianismo, Ediciones Herder, Barcelona 1964, 203.

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