sábado, 4 de junio de 2011

Ascensione del Signore

Il Cristo asceso al cielo
é lo stesso Cristo
che é vivo e risorto
nell'Eucaristia.


Gesù risorto ascende al cielo con la sua umanità glorificata, inabitata dallo Spirito Santo, compiendo in questa Ascensione l’ultimo e definitivo atto del suo sacrificio redentore, mediante il quale glorifica eternamente Dio. Il Figlio Eterno del Padre era entrato nel mondo per farla nuova, per assumere la natura umana ed elevarla alla gloria di Dio, per farla partecipe della vita e della gioia della Trinità. Il Verbo di Dio si era incarnato in una natura umana per compiere come Uomo-Dio la sua Passione e adesso, compiuta la sua Pasqua, l’Uomo-Dio Gesù Cristo ascende, con la sua umanità glorificata, al cielo, il seno della Trinità, dove adesso eternamente glorifica Dio Trino.

Come nell’Incarnazione, anche nell’Ascensione di Cristo le due nature, divina e umana, sono unite: nell’Incarnazione, nel seno della Vergine Maria; nell’Ascensione, nel seno della Trinità, perché Dio e l’uomo vi sono ambedue presenti nell’unica persona dell’Uomo-Dio, Dio e la creatura uniti nell’ipostasi, nella Persona del Verbo[1]. La differenza con l’Incarnazione è che adesso, nell’Ascensione, il suo Corpo, la sua Umanità, è stata vivificata e glorificata dallo Spirito Divino; il suo Corpo è ripieno dello Spirito Santo, e gode eternamente della gioia della Trinità. Vive eternamente in cielo in compagnia delle Persone della Trinità.

Ma l’Ascensione in cielo, al seno della Trinità, del Cristo col suo Corpo reale, con la sua Umanità reale, ha come scopo ultimo e definitivo portare in cielo, al seno della Trinità, tutta l’umanità, tutti gli uomini, tutti noi. Per questo invia a predicare il vangelo “ad ogni creatura” (Mc 16, 15), affinché gli uomini, credendo in Cristo come il Messia, Dio tra noi, si uniscano a Lui, si inseriscano al suo Corpo Mistico, la Chiesa, per il battesimo e, inseriti e uniti in Lui come membra del suo Corpo, siano partecipi alla sua stessa vita, alla sua Passione, Resurrezione e Ascensione. “Tutto ciò che questa umanità racchiude deve passare in noi”[2], dicono i Padri della Chiesa. Vale a dire, tutto ciò che Cristo con il suo Corpo reale ha passato, la sua Pasqua, deve passarlo ancora col suo Corpo Mistico, i battezzati, noi. Perciò, sebbene il Cristo col suo Corpo reale è asceso in cielo, gli manca ancora ascendere col suo Corpo Mistico; Lui deve ancora completare la sua opera di redenzione mediante il suo Corpo Mistico, la Chiesa, sparso su tutta la terra. L’opera sua non è terminata, fin quando non ci ha trasfigurato in Lui[3]. Ed è questo il nostro compito in questa vita, essere come Lui, essere in Lui, subire con Lui la Passione, morire in croce in Lui e per Lui, per ascendere con Lui al seno della Trinità e glorificare ed adorare eternamente Dio Trino.

Noi ci uniamo a Lui, che è asceso al cielo, che regna eternamente nei cieli, attraverso la liturgia: per la liturgia, riproduciamo la vita terrestre del Cristo con tutti i suoi avvenimenti –oggi, l’Ascensione- ma non solo a titolo di semplice ricordo, ma realmente[4]. Ogni volta che celebriamo liturgicamente l’Ascensione del Signore, ci si attualizza il giorno dell’Ascensione, in maniera tale che la celebrazione è per noi equivalente ad essere stati presenti, di persona, in quel giorno. Perciò per noi la Messa è per noi come partecipare alla sua Ascensione al cielo, è come vedere, nella fede, il Signore che ascende, è ascoltare il Cristo che ci comanda di “predicare il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15). Cristo è asceso al cielo col suo Corpo glorioso e col suo Corpo glorioso è adesso nel cielo. Ma il suo Corpo glorioso è l’Eucaristia, perciò l’Eucaristia è per noi qualche cosa di più grande del cielo, è il Cristo Asceso. Dal cielo dell’Eucaristia, il Cristo Asceso ci comanda di predicare il Vangelo al nostro prossimo.


[1] Cfr. Ivan Kologrivof, Il Verbo di Vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1956, 121.

[2] Thes. de S. et Cons. trin. Ass. XXIV. PG 75, 333. Cit en Ivan Kologrivof, Il Verbo di Vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1956, 116.

[3] Cfr. Ivan Kologrivof, Il Verbo di Vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1956, 116.

[4] Cfr. Ivan Kologrivof, Il Verbo di Vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1956, 117.

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