viernes, 7 de enero de 2011

Il Battesimo di Gesù, manifestazione di Dio Trinità


Il Vangelo di oggi è uno dei brani del Nuovo Testamento dove Dio si auto-manifesta come Trinità di Persone.

Dio si mostra agli uomini come è nel suo Essere divino: una natura, tre Persone.

Dio Trino, eterno, irrompe nella storia degli uomini, e la sua auto-rivelazione si fa attraverso Gesù. È Lui a rivelarci il Padre e lo Spirito.

La manifestazione della Trinità nella storia ha un doppio scopo: da un lato, dire al Popolo Eletto che il Dio Uno che ha scelto Israele, è Trino in Persone; d’altro canto, ha lo scopo di far capire che tutte e Tre le Persone della Trinità sono coinvolte nella salvezza degli uomini.

Le processioni eterne della Trinità si fanno presenti nella storia e nelle anime dei battezzati: la sua manifestazione esteriore e sensibile –la colomba e il Figlio si vedono, il Padre è udito- si riproduce, in maniera interiore e invisibile, nell’anima del battezzato: quando Gesù esce dall’acqua, scende su di Lui lo Spirito Santo, e il Padre dice: “Io ti ho generato…”. Ciò che accade nel Giordano è una prolungazione nel tempo delle processioni trinitarie: il Padre genera il Figlio nello Spirito d’Amore. Ed è questo che accade nell’anima del battezzato: dopo essere immerso nell’acqua, sul battezzato scende lo Spirito Santo che gli fa il dono della grazia della figliolanza divina: il Padre eterna genera un figlio adottivo.

La teofania del Giordano annunzia che è arrivata l’ora messianica di Gesù; sono cominciati i tempi escatologici, che segnalano che l’Agnello di Dio, Gesù, il Verbo Incarnato, inizia la sua attività pubblica che lo porterà fino alla croce, nel compimento della volontà del Padre.

L’uscita dalle acque si collega coll’innalzarsi sulla croce: è la sua glorificazione fatta dallo Spirito. Per l’unzione dallo Spirito, nell’Incarnazione, il Verbo Incarnato si è fatto Sacerdote, Profeta e Re, e adesso, lo stesso Spirito lo porta al compimento dell’opera della salvezza attraverso la sua Passione.

Le Persone eterne si fanno presenti nella storia, nella scena del Giordano, e si fanno presenti nell’anima del battezzato.

Quale lo scopo di questa presenza delle Persone divine? Come è il modo in cui si fa questa missione nel tempo e nelle anime?

Le Persone sono inviate, vale a dire, hanno una missione da compiere. C’è una missione simbolica, visibile, sensibile, che ha lo scopo di simboleggiare l’opera che la Persona divina compie, per esempio, la colomba nel Giordano, le fiamme in Pentecoste. In questa missione simbolica, c’è la Presenza sostanziale dello Spirito Santo –nella colomba, nelle fiamme-, ma è una missione simbolica, vale a dire, si presenta da colomba affinché noi sappiamo che è lo Spirito Santo a guidare la missione di salvezza del Figlio, affidata dal Padre. È visibile, sensibile, simbolica.

Invece c’è un’altra, la missione reale, che è interiore, invisibile, quella dove la Persona divina non la si vede sotto un simbolo, ma si trova realmente all’interno dell’uomo. In questa missione, la Persona divina, attraverso la grazia di filiazione, che fa da ponte, entra dentro l’anima, si trova Ella stessa, in Persona, col suo essere e la sua sostanza divina, nell’anima dell’uomo. E siccome le Persone divine si trovano sempre e in ogni luogo insieme, perché sono inseparabili, quando entra una Persona nell’anima, entrano anche le altre. Perciò nell’anima del battezzato, e nell’anima in grazia di Dio, c’è la continuazione delle processioni eterne intratrinitarie, vale a dire, c’è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Quando una Persona divina entra nell’anima, lo fa per compiere una missione all’interno di questa anima, che sarà propria di questa Persona. Quale lo scopo di questo entrare delle Persone divine nell’anima? Quale lo scopo di questo avere in sé le Persone della Trinità?

Noi non possiamo utilizzare, come si fossero degli oggetti, le Persone della Trinità. Ciò che possiamo fare –ed è questo lo scopo della Presenza delle Persone nell’anima- è di godere delle Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Questo godere delle Persone in questa vita terrena, è un anticipo di ciò che sarà nella beatitudine. Sono le “caparre” dello Spirito, un segno, una prova, della gloria futura. C’è una differenza di grado, non essenziale, perché è la stessa Presenza che avremmo nell’altra vita. In questa vita, la visione è per la fede soltanto; nell’altra vita, nella beatitudine, la visione sarà perfetta, ma già nel tempo abbiamo una presenza nell’anima delle Persone divine, quando siamo in grazia, e noi possiamo godere i gioirci di questa divina presenza.

Il nostro accesso alla Trinità e l’ingresso della Trinità in noi, è stato reso possibile grazie al sacrificio fatto per amore a noi, da Gesù. È stata la sua offenda libera al Padre, come sacrificio perfetto ed eterno, a renderci figli di Dio e a darci la possibilità dell’incontro personale con la Trinità.

Ma Lui non soltanto ci ha reso possibile, una volta per sempre, il nostro accesso alla Trinità, morendo nella croce, donandoci Lui stesso. Ci continua a farci, in ogni Eucaristia, il dono della sua Persona e accanto a Lui, ci dona lo Spirito Santo. E accanto a loro, il Padre, Principio del Figlio e dello Spirito.

In ogni Eucaristia si ripete la teofania del Giordano, ma le Persone divine non fanno come adesso, una missione simbolica, sensibile. Ogni volta che celebriamo la Messa, che celebriamo l’Eucaristia, che mangiamo l’Eucaristia, si ripete la teofania del Giordano, allora in maniera interiore, invisibile, in ciascun anima che riceve l’Eucaristia.

Se l’anima non è in peccato, ogni volta che riceve l’Eucaristia, ha in se l’Essere divino, la Presenza sostanziale delle Tre Persone divine, che agiscono in lui la sua salvezza, bagnando l’anima nel sangue dell’Agnello di Dio, per portarla, purificata e santa, nello Spirito, dal Padre.

Per questo dono della comunione trinitaria che ci avviene in Cristo Eucaristia, uniamoci a Lui nel suo rendimento eterno di grazie a Dio Padre.

Uniamoci a Cristo, Presente sempre col suo Essere divino, con la sua sostanza divina, nell’Eucaristia; nel suo rendimento di grazie al Padre.

Facciamo della nostra anima un altro Giordano, dove sempre più si manifesti il Dio Trinità.

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