viernes, 31 de diciembre de 2010

Santa Maria Madre di Dio


Maria è il roveto ardente che vide Mosè[1] (Ex 3, 1-4) , che arde senza essere toccato: il roveto è la sua umanità immacolata, il fuoco che lo fa ardere senza bruciarlo, è il fuoco dell’amore dello Spirito Santo.

Per la sua maternità e femminilità soprannaturale e glorificata, Maria è l’immagine e la rappresentazione dello Spirito Santo[2]. Allo stesso modo come nella Trinità lo Spirito Santo è il vincolo d’amore tra il Padre ed il Figlio, Maria è il vincolo d’amore tra il Padre ed il Figlio fatto uomo. Non essendo né madre né sposa nel senso umano delle parole, ma soprannaturalmente, miracolosamente, Maria, nello Spirito Santo e per lo Spirito Santo, è il vincolo d’amore tra il Padre ed il suo Figlio umanato[3]. Nello Spirito Santo, vincolo d’amore tra il Padre ed il Figlio, invasa e ripiena da questo Spirito divino, Puro e Verginale, Maria si fa il vincolo d’amore tra il Padre e questo Figlio suo fatto uomo. Maria Vergine unisce, col suo amore divino-umano, col suo amore purissimo di Madre Vergine e con l’amore purissimo e castissimo dello Spirito Santo, il Padre ed il Figlio venuto al mondo da Bambino.

Nata senza peccato originale per i meriti della Passione del suo Figlio, Maria era la piena di grazia divina, la piena di vita divina; possedeva in sé la purezza e l’amore di Dio. Tutto il suo essere, dalla sua radice più profonda, era ripieno dallo Spirito di Dio, dalla luce e l’amore divino, perciò la sua femminilità non era una femminilità naturale, uguale a quella di qualsiasi donna, ma una femminilità soprannaturale, una femminilità innalzata e dignificata dall’azione di Dio in essa e perciò Maria era l’unica dimora degna per l’Incarnazione del Verbo.

Per avere questa femminilità soprannaturale, Maria è la Donna Immacolata, in cui tutto l’essere è penetrato dalla purezza ed il soave profumo della natura divina, e perciò non ha in sé nessun desiderio umano, se non quello di adorare ed amare il mistero del Verbo eterno che volle nascere nel tempo dal suo grembo convertendola nella Sua Madre, nella Madre di Dio.

È veramente Madre di Dio non per aver generato Maria la natura divina del Verbo, giacchè il Verbo è Verbo Divino da tutta l’eternità, se non per aver generato una natura umana –composta di corpo ed anima- assunta nell’unità della Persona del Verbo; generò, nel tempo, secondo l’umanità, una persona eterna, avente l’umanità e la divinità[4]. Può essere veramente chiamata Madre di Dio perché il Figlio Eterno di Dio fattosi uomo, unendo alla sua Persona la natura umana, è stato concepito nella sua umanità ed è nato nel tempo dalla natura umana di Maria, e siccome la concezione e la nascita di una persona la si attribuisce secondo quella natura nella quale è stata concepita ed è nata, si può dire che Maria è Madre di Dio[5]. Vuole dire che il Figlio generato miracolosamente da Maria è personalmente il Figlio di Dio[6]; è Dio nella Persona del Verbo.

Nel purissimo grembo di Maria, si realizza dunque la più meravigliosa opera ad extra della Trinità, il mistero più affascinante di tutti i tempi, infinitamente più grande e bello della creazione, mistero davanti al quale non ci sono parole per descriverlo nella sua maestà: il mistero dell’Incarnazione del Verbo. Soltanto Lei poteva compiere la funzione di essere la Madre di Dio; soltanto il suo Immacolato grembo poteva recepire l’infinito Amore di Dio, lo Spirito Santo, che creò il corpo e l’anima umana di Gesù e li unì al Verbo di Dio, secondo la volontà del Padre.

Il Verbo, Dio Onnipotente, Figlio Unigenito del Padre, perfettissimo come il suo Padre per aver ricevuto da Lui la perfettissima natura divina, generato eternamente dal Padre, esce dal Padre, e senza lasciare di essere ciò che è, vale a dire, Dio tre volte santo, scende dal suo cielo di maestà per incarnarsi in quest’altro cielo di maestà che è il grembo di Maria. La Persona del Figlio del Padre, guidata dall’amore al Padre, guidata dallo Spirito d’Amore, lo Spirito Santo, senza lasciare il suo Essere divino ed eterno, senza lasciare la sua natura divina, si fa così piccolo da poter annidare in un mucchio di cellule umane e inizia, Lui, la Persona del Figlio Unigenito, l’Eterno, l’Inafferrabile, la sua esistenza umana per compiere il suo mistero Pasquale, la sua Passione e Risurrezione.

Il Figlio Unigenito del Padre lascia il suo eterno paradiso che è amare il suo Padre con l’amore dello Spirito Santo, per annidarsi in un altro paradiso, più piccolo, ma non di meno gioioso per Lui, l’amoroso grembo verginale e maternale dell’Immacolata Concezione, unico luogo dove poteva accadere questa meravigliosa opera della Trinità. L’Eterno ingressa nel tempo, l’Invisibile si fa visibile, l’Onnipotente si fa debole, il Dio Eterno è concepito verginalmente come un Bambino di uomo.

Accogliendo la Persona divina del Verbo del Padre, generato eternamente, che ha assunto un corpo umano ed un’anima umana[7], e dandogli Lei della sua sostanza, della sua carne, affinché l’Invisibile si faccia Visibile, affinché il mistero nascosto in Dio dall’eternità si manifesti agli uomini, Maria Vergine si fa Madre di Dio[8], la “Madre dell’Amore Bello”[9].

Per ultimo, la maternità divina di Maria ci raggiunge nel tempo perché il suo Figlio continua ad essere concepito in ogni messa nel seno della Chiesa, secondo il modello della sua maternità divina. La sua maternità divina è il modello ed il fondamento per la concezione e la nascita spirituale di Cristo nella Chiesa attraverso il sacerdozio: allo stesso modo come Maria per la potenza dello Spirito Santo concepì il Figlio di Dio e lo fece scendere dal cielo per dargli la sua forma visibile, allo stesso modo il sacerdote, per la potenza dello Spirito Santo, concepisce il Figlio di Dio fatto uomo e lo depone nel grembo della Chiesa sotto le specie eucaristiche[10].

Iniziamo questo nuovo anno sotto la luce della maternità divina di Maria; a Lei, nostra Madre, chiediamo la protezione, al suo Cuore Immacolato ci consacriamo in persona e consacriamo con noi tutte le nostre famiglie ed il mondo intero, affinché Lei trasformi i nostri cuori nel suo Cuore, un Cuore trasformato ed illuminato dal divino splendore di Cristo Eucaristia, un Cuore che, come il roveto ardente, arde eternamente, senza essere bruciato, col fuoco divino dello Spirito Santo.


[1] Cfr. Conferenza Episcopale Italiana, Liturgia delle ore, Antífona 3ª de las Segundas Vísperas de la Solemnidad de Santa María, Madre de Dios, Libreria Editrice Vaticana2, 2002, 478.

[2] Cfr. Matthias Josep Scheeben, Los misterios del cristianismo, Editorial Herder, Barcelona 1964, …

[3] Cfr. ibidem, …

[4] Cfr. E. Brocchieri, Sintesi Mariana, Edizione Paoline, Roma 1957, 79-80.

[5] Cfr. Santo Tomás de Aquino, Suma Teológica, III, q. 27, a. 5.

[6] Cfr. Juan Alfaro, Cristo, Sacramento del Padre, Gregorianum, ...

[7] Nel 451, il Concilio di Calcedonia, contro coloro che ammettevano in Cristo una sola natura, quella divina, essendo l’umana come assorbita dalla divina, definiva: Cristo “è perfetto nella divinità e perfetto nell’umanità, vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e corpo, consustanziale al Padre secondo la divinità, consustanziale a noi secondo l’umanità; prima dei secoli generato secondo la divinità del Padre; negli ultimi tempi secondo l’umanità generato da Maria Vergine, genitrice di Dio per noi e per la nostra salvezza” (Denzinger, 148). Questa defiinizione fu poi ripresa nel 680 dal II Concilio di Costantinopoli: “Maria è veramente e propriamente Madre di Dio secondo l’umanità”; le due nature in Cristo sono “in confuse, inconvertibiliter, inseparabiliter, indivise” (Denzinger, 290).

[8] Il Concilio di Efeso, nell’anno 431, definì: “Chi non crede che l’Emmanuele sia vero Dio e per conseguenza nega che Maria sia Madre di Dio, sia anatema” (Denzinger 113).

[9] Dom Augustin Guillerand Charteux, Contemplations Mariales, Roma 1959, 58ss.

[10] Cfr. Matthias Joseph Scheeben, Los misterios del cristianismo, Editorial Herder, Barcelona 1964, 577.

No hay comentarios:

Publicar un comentario