viernes, 14 de diciembre de 2012

In questo Avvento, facciamo del nostro cuore una grotta dove possa nascere il Dio Bambino




(Mt 1, 18-24)
            La Parola di Dio ci parla oggi del mistero dell’Incarnazione del Verbo: “Maria… si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”.
            Questo mistero è il principale della nostra fede. È il mistero che fa sì che la nostra Chiesa sia l’unica Chiesa vera tra tutte le Chiese. Perché è la Chiesa dove la Parola di Dio si incarna e si comunica agli uomini. I misteri della Chiesa scaturiscono dalla Trinità e si presentano a noi per darci a conoscere a Dio, ma, anche una volta conosciuti, rimangono inafferrabili.
            L’Incarnazione fa sì che la nostra Chiesa sia una Chiesa dei misteri: i misteri di Cristo, i misteri della sua vita, Passione, morte e risurrezione.
            L’Incarnazione è un mistero, ma questo non vuol dire “irragionevole”. Vuol dire “irraggiungibile”, ma, allo stesso tempo, ragionevole. Meglio ancora, sopraragionevole, sopranaturale. Non è contrario alla ragione umana dire: “Dio si è incarnato e si è fatto uomo senza lasciare di essere Dio”. È qualcosa che non è irragionevole, ma rimane sempre nel mistero, che è inesauribile, perché è il mistero di Dio. Il mistero della fede e come mai il Dio Onnipotente ed Eterno, ha voluto incarnarsi, vale a dire, essendo Dio, farsi Bambino, essendo Onnipotente, farsi debole, essendo Eterno, nascere nel tempo.
            L’Incarnazione è un opera della Trinità: è il Padre ad inviare il Figlio, nell’amore dello Spirito Santo. Ma è soltanto il Figlio ad assumere una natura umana, ad incarnarsi.
“…quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo”: lo Spirito Santo ha un ruolo centrale nell’incarnazione: il Padre invia il Figlio nello Spirito d’Amore, verso gli uomini e verso il Figlio; il Figlio obbedisce nello Spirito d’Amore al Padre, e lo Spirito Santo, Spirito d’Amore, crea il corpo e l’anima umana di Gesù all’interno del grembo virginale e purissimo di Maria per amore al Padre, al Figlio e agli uomini.
L’Incarnazione dunque è un mistero d’Amore, dell’amore della Trinità verso gli uomini. Un amore che non siamo in grado di capire –e anche qualche volta non vogliamo capire- perché è l’Amore di un Dio verso la sua creatura, l’uomo, un amore divino, infinito, senza misura. Un amore eterno, come Dio: “Dio è amore”. E siccome Dio è eterno, così il suo amore per noi.
È questo amore di Dio, lo Spirito Santo, quel che porta ad attuare l’opera dell’Incarnazione. Ciò che si è generato in Maria Vergine è opera dello Spirito Santo: è stato generato in Maria Vergine la natura umana di Gesù, che si è unita immediatamente alla Persona divina del Verbo. Così Gesù è Dio –Seconda Persona della Trinità- e uomo allo stesso tempo. Vero Dio e vero Uomo, generato nell’eternità dalla stessa sostanza del Padre, nato nel tempo dalla Vergine Maria.
Questo è il mistero della fede cattolica: Gesù è il Verbo eterno di Dio che opera attraverso la sua natura umana.
Quale lo scopo di tutta questa opera della Trinità? Lo scopo è introdurre, alla creatura creata, nel grembo della Trinità, affinché questa creatura abbia, per tutta l’eternità, un rapporto personale d’amore con le Persone della Trinità.
Perciò la nostra religione, l’unica vera, è la religione dei misteri, i misteri dell’amore di Cristo Dio; i misteri di cui Dio Trino, che vuole avere la sua creatura con Lui per i secoli senza fine.
Prossimi a commemorare il Natalizio di Gesù, possiamo vedere con certa tristezza che, come diceva Santa Teresa di Gesù, “l’Amore non è amato”. Si preferisce, in uno brusco scambio, i maghi all’amore trinitario di Dio.
Oggi, tantissimi, hanno dimenticato Dio. Si può dire che Dio non c’entra niente con la vita quotidiana della stragrande maggioranza dei cittadini di tutti i paesi. È più attraente dedicarsi alla magia, confidare negli stregoni o, peggio ancora, pensare solo a lavorare e “sfruttare la vita”.
Al commemorare la sua venuta al mondo, che è la venuta di Lui, la luce, la verità, la pace, vediamo che c’è un immensa oscurità nei cuori degli uomini, lontani da Dio; non c’è verità, non c’è pace. C’è un immensa dimenticanza di Dio, che si è fatto Bambino per amore a noi. Per esempio, questo viene convalidato da statistiche fatte dal giornale “Leggo”, quel che viene distribuito nel metrò. Dice così nella sua edizione del lunedì 17 dicembre 2001[1]: “Altro che Babbo Natale. Cambiano i simboli della festa più amata ed attesa dagli italiani. E per i più piccoli questo anno il nuovo testimonial natalizio è Harry Potter, il maghetto che spopola in libreria, al cinema e in tv. Lo dichiarano sette bambini su dieci”.
Questa è l’immensa oscurità nella quale vive immerso il mondo di oggi: la oscurità di vivere lontani da Dio, che è luce.
Oggi come in Betlehem, c’è oscurità e freddo: il freddo dei cuori degli uomini senza Dio. Dio è l’amore, e se non c’è Dio nel cuore, c’è il freddo dell’egoismo, della violenza, dell’odio.
Oggi come in Betlehem, non c’è posto per il Bambino Dio: come non c’era posto negli alberghi per accogliere a Gesù che nasceva, così oggi non c’è posto nel cuore degli uomini, occupati da cose più importanti, come il lavoro, guadagnare i soldi, mangiare, festeggiare.
Oggi come in Betlehem, sono pochissimi coloro che si rendono conto che Gesù è nato a Betlehem, che Gesù Bambino è Dio e viene non soltanto a salvarci, ma a donarci il suo amore.
Oggi preferiscono Harry Potter, un film dove non si nomina Dio, dove l’odio ai nemici, le bugie, e l’apprezzo per la magia sono viste come cose buone e divertenti.
Ovviamente, voi e i bambini qui presenti preferiscono Gesù a Babbo Natale e a Harry Potter.
Facciamo del nostro cuore una grotta dove possa nascere il Dio Bambino.
Offriamoli il nostro povero cuore, per accoglierlo e lo facciamo per tutti quelli che lo rifiutano.



[1] Cfr. Daniela Cocchi, Leggo, Attualità, lunedì 17 dicembre 2001, 3.

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