Inanzittutto, è una memoria psicologica: leggiamo i vangeli, i brani sulla Passione, facciamo uso della memoria per ricordare, utilizziamo l’immaginazione per pregare.
Tuttavia, questa memoria non è l’unica né la principale. Questa memoria psicologica è sempre estrinseca al fatto stesso della Passione. C’è una ‘memoria’ più profonda, connessa alla Passione, che viene chiamato per questo il ‘memoriale’.
Com’è la ‘memoria’, il ‘memoriale’, che noi, da cattolici, facciamo?
Secondo Santo Tommaso, l’uomo si trova nei confini del tempo e dell’eternità: da esseri umani, abbiamo corpo e anima; per il corpo, siamo soggetti al tempo, alla successione del movimento, al prima e al dopo; per l’anima, viviamo già al di fuori del tempo, nel tempo speciale dell’anima –detto ‘aevum’-, al di là del tempo del corpo, e questo è vero in quanto l’anima è immortale, vale a dire, sussiste al di là del tempo.
Per la grazia divina, partecipiamo, col nostro tempo e la nostra ‘temporalità dell’anima’, dell’eternità divina. Vuol dire che noi, essendo partecipi dell’eternità di Dio, siamo davanti ai suoi occhi fin dalla nascita, fino alla plenitudine della vita eterna.
Dio è presente, in ogni tempo, in tutti i tempi umani; i nostri tempi sono presenti agli occhi di Dio in ogni momento.
Questo è valido per Cristo, che è Dio eterno. Noi siamo davanti a Lui in ogni momento; Lui ci guarda dal profondo del nostro essere, in ogni istante della nostra vita.
Ma Cristo, essendo Dio eterno, soffre ancora nella sua umanità gloriosa, fino alla fine dei tempi, in maniera inspiegabile e misteriosa, per noi, ma non di meno realmente e veramente.
Siccome noi siamo parti del suo Corpo Mistico, siamo partecipi, realmente e veramente, della sua presente sofferenza per i peccati del mondo.
Il suo Corpo Mistico,
Lui soffre per i nostri peccati, e si consola per i nostri atti virtuosi.
È ciò che ci insegnano i mistici: Santa Gemma, Padre Pio, Santa Margherita di Alacquoque. Con le loro esperienze mistiche, le loro piaghe visibili, che sono le piaghe di Gesù, ci dicono che Gesù ancora soffre per noi attraverso di loro.
Per tutti quelli che non sono mistici, la partecipazione alla Passione di Gesù si fa anche in maniera reale, ma nascosta, invisibile, attraverso le stigmate dello spirito, i dolori dello spirito.
Perciò il valore della sofferenza, perché col dolore partecipiamo, col nostro tempo, alle sue sofferenze, e questa sofferenza è salvifica. Nel dolore offerto, ci salviamo, anche nelle gioie, perché è Gesù a soffrire e gioire in noi e con noi.
Nella Messa, abbiamo
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