martes, 15 de marzo de 2011

Voi siete la luce del mondo e il sale della terra

Cristo Re eterno

“…voi siete la luce del mondo e il sale della terra…”. Perché Gesù dice questo? Non è che già c’è la luce del sole? E non aveva detto Lui: “Io sono la luce del mondo”? Se Lui è la luce, perché dice: ‘voi’ siete la luce? Gesù si rivolge ai suoi apostoli, ai suoi prediletti, a coloro che Lui personalmente ha scelto. Gesù si rivolge ad ogni battezzato, perché ogni battezzato ha ricevuto la luce di Dio nell’anima, ogni battezzato ha ricevuto il sale della divinità nella sua anima umana. La luce alla quale fa referenza Gesù non è immaginaria, né una metafora, né qualche cosa di simbolica, neppure è una qualche luce naturale, conosciuta da noi: è una luce vera, ma di origine divino, soprannaturale, che non solo illumina, ma anche proporziona vita, vivifica. Questa luce, che viene versata sull’anima solo attraverso i sacramenti, è una luce spirituale che illumina l’intelletto sulla verità della Persona divina di Gesù Cristo e allo stesso tempo infonde all’anima la vita di Dio. Chi la riceve viene illuminato e vivificato da essa. Essere illuminato da questa luce divina vuole dire essere partecipe, insieme e in Cristo Gesù, alla vita di Dio Trino. Io, con una vita umana, essere umano, sono fatto partecipe, insieme a Gesù, alla vita di Dio.

Ricevere questa luce che viene da Dio, significa pure essere incorporato a Cristo, essere parte di Cristo, del suo Corpo, formare veramente parte sua, appartenere a Cristo come Cristo appartiene all’anima. Il battezzato e stato fatto membra del Corpo di Cristo, e allo stesso modo come una mano appartiene al corpo, lui forma parte di questo Corpo di Cristo, e Cristo è il suo Capo. La mano si muove in armonia col corpo, secondo le indicazioni del capo. Per il battesimo, dunque, sono stato fatto membra vera e reale del Corpo di Cristo, sono stato illuminato e vivificato dalla sua luce divina.

Ma questa unione organica con Gesù, ottenuta nel battesimo, questa illuminazione e questa vita nuova ricevuta, deve essere, da parte mia, alimentata e approfondita sempre più dalla fede. Se non c’è la fede, il battezzato è come una membra morta, che non si muove, perché non riceve la vita che si riversa dal capo. Se non c’è fede, la luce divina ricevuta nel battesimo, rimane oscurata, non brilla più sull’anima, e l’anima non brilla più con la sua luce. Quando non c’è fede, il volto dell’anima non è più rivolto alla luce di Dio, dà le spalle a Cristo Dio e alla sua luce, rimane perciò essa nelle ombre e non è capace di illuminare.

Affinché noi, battezzati, possiamo illuminare il mondo, dobbiamo rivolgere il volto dell’anima a questa luce che brilla nel più profondo dell’anima, per ricevere l’illuminazione e la vita che da questa luce del volto di Cristo scaturiscono.

Ci vuole soltanto volere: volere credere in Cristo e nella sua Chiesa. L’anima è come una finestra, come una porta, chiusa a chiave da dentro: nessuno può aprire se io non apro, Dio potrebbe farlo, ma Lui rispetta la mia decisione, ma, come non aprire a Cristo che bussa alla mia porta?: “Ecco, io sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20).

In questa maniera, aprendo la porta dell’anima mia a Cristo che bussa per entrare nel mio cuore, riceverò, non più un raggio della luce divina, ma lo stesso Sole Divino, Cristo. Aprendo la porta della mia anima a Gesù che bussa, volgendo il volto della mia anima alla sua luce divina, avendo fede in Cristo e nella sua Chiesa, la mia unione organica con Cristo diventerà viva, solo in questa maniera sarò la mano che si muove organicamente col corpo secondo le indicazioni del capo. Solo così, illuminata la mia anima dalla Presenza dello stesso Sole Divino, potrò illuminare il mondo con la luce di Cristo: “Andate, portando me nel cuore, e predicate il Vangelo”.

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