domingo, 25 de diciembre de 2011

Nativitá del Bambino Gesù


Oggi commemoriamo la Nascita di Gesù. Contempliamo la scena, come fecero i pastori. Vediamo la scena del Natale, la scena del Presepe:

La Vergine, San Giuseppe, in mezzo, il Bambino appena nato. La sua nascita, come la sua concezione, è stata miracolosa. Come è stata la sua nascita?

A seconda dei santi, la nascita di Gesù fu come un raggio di sole che attraversa il cristallo.

Accostiamoci alla scena. Vediamo un Bambino, che a volte sorride -perché accanto suo c’è la sua Mamma, la Vergine-, ma che anche a volte piange, perché ha freddo, ha fame.

Cerchiamo di vedere ancora più vicino il Bambino. Ci accostiamo, e il Bambino ci si accorge che noi siamo davanti a Lui, e ci guarda con i suoi occhi che hanno un trasfondo di eternità.

Non è uno sguardo qualsiasi: sono gli occhi di Dio, questi occhi del Bambino Gesù. Dio ci guarda attraverso i suoi occhi. Dio ci sorride, Dio ci offre i suoi bracci aperti nei bracci aperti di questo Bambino. Questo Bambino è Dio fatto Bambino. Vedendo il Bambino, vediamo Dio: “Chi vede me, vede il Padre”, dice Gesù. In questo Bambino vediamo il Padre, e il Padre ci guarda con amore infinito attraverso Gesù Bambino.

“Lo Spirito Santo vi insegnerà su di me”, dice Gesù. Ed è lo Spirito Santo di Dio ad insegnarci che questo piccolo Bambino, teso tra i bracci di Maria, è Dio.

“Il Figlio dell’uomo sarà innalzato sulla croce, e tutti lo vedranno”, dice Gesù, annunziando la sua Passione. E il Dio Bambino apre i suoi bracci e li stende in forma di croce, come anticipando il suo sacrificio d’amore.

Guardiamo il Bambino, ma non solo guardiamolo: adoriamolo: Lui è il Verbo Eterno del Padre, è la Persona Seconda della Trinità, che ride e piange come un Bambino umano. Lui è Dio, è l’Uomo-Dio, il Dio-Bambino!

Guardiamo, contempliamo e adoriamo questo misterioso Bambino, che nasconde e rivela all stesso tempo la sua divinità. La nasconde, perché si mostra come un Bambino umano; la rivela, perché nella sua fragilità si manifesta l’onnipotenza divina. Così come nella croce Gesù è stato onnipotente, così Gesù nella debolezza del neonato si mostra ancora Dio e Signore di tutta la Creazione.

Di fronte a questo Bambino, la terra si illumina, gli uomini si rallegrano, gli angeli cantano ed esultano, gli inferi tremano di paura incontenibile.

Tutto questo, perché questo Bambino è Dio, è la promessa compiuta, è la profezia aspettata dai secoli: Dio tra noi, l’Emmanuelle, il Salvatore.

La terra, finora oscurata dal potere delle tenebre, dominata dal re degli inferi, vede una gran luce che scende dal cielo a Betleheme, e questa luce è Gesù Bambino.

Il Bambino è la Luce Eterna, che illumina ad ogni uomo; il Bambino è l’Agnello Immolato, che illumina la Gerusalemme celeste, e adesso c’è tra noi.

Questa è la novità del cattolicesimo, la Verità che possiede la Chiesa Cattolica che non c’e l’ha nessun’altra Chiesa: Dio è tra noi!

Gesù Bambino è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Egli sa dal primo istante della sua nascita che è Dio, e che è venuto al mondo per morire in croce per noi. Lui sa questo suo destino di morte, ma sorride, perché sa che, dopo di morire, Lui stesso si ridonerà la vita, risorgendo dalla morte. Il Bambino Dio sorride, perché anche se dovrà soffrire, dopo ritornerà dal suo Padre, risuscitando, e porterà con Lui ai suoi cari, gli eletti, che saranno stati salvati dal suo sacrificio in croce.

Ma il Bambino anche piange, ma non solo perché ha freddo e fame; piange, perché sa che per tanti, il suo sacrificio sarà inutile. Tanti non vorranno sapere niente di Lui: preferiranno la sua vita senza Dio, ad accoglierlo e accettarlo come Salvatore. Vivranno nella sua dimenticanza, come se il Bambino Dio non ci fosse mai stato. Ma anche moriranno così, lontani da Dio, e lontani da Dio, nell’Inferno, vivranno la sua morte per sempre. Come nell’orto degli Ulivi, questi furono già dalla nascita, la causa dei dolori del Bambino Gesù.

Per il Bambino che piange per coloro che non vorranno sapere nulla di Lui, è una consolazione invece vedere coloro che approffiteranno il suo sangue versato, salvando le sue anime.

Oggi ricordiamo la Nascita di Gesù. Siamo lontani due mila anni fa dall’evento della Nascita di Gesù.

Che rapporto ha questa Messa di oggi, con la nascita di Gesù due mila anni fa? Come possiamo partecipare al suo evento natalizio?

Gesù è nato da Maria Vergine due mila anni fa. Ma siccome Lui è Dio Eterno, le sue azioni attraversano il tempo e ci raggiungono. Allo stesso tempo, noi siamo come trasportati, nella Messa, in maniera misteriosa, alla sua Presenza, e così partecipiamo degli eventi salvifici compiuti da Gesù due mila anni fa.

Quando celebriamo la Messa, non è un semplice atto esteriore, né un “fare memoria” nel senso soltanto di ricordare. È un “fare memoria” che fa sì presente ciò che commemora.

Perciò nella Messa, siccome facciamo memoria della vita di Gesù, facciamo Presente, o meglio, ci troviamo davanti la sua Presenza.

Commemoriamo tutta la sua vita, il Natale anche, e soprattutto l’Ultima Cena e il Sacrificio in Croce. Perciò il nostro tempo di oggi, 25 dicembre due mila undici, si fa co-presente al Natale di due mila anni fa, all’Ultima Cena, al Sacrificio in Croce, al Natale. Nella Messa, commemorando il Natale, siamo davanti a Gesù Bambino.

Il Bambino è nato per sacrificarsi, come Vittima pura, santa, e immacolata a Dio Padre, per la nostra salvezza.

Un sacrificio fatto liberamente, solo per amore, che oggi sarà rinnovato sull’altare. Come partecipare?

Voi siete anche sacerdoti, per il battesimo. Potete unirvi al sacrificio del Bambino, che oggi si offrirà sull’altare. Potete offrire tutta la vostra vita, fin dalla nascita, il presente, e anche il futuro, unendo questa la vostra vita al sacrificio del Dio fatto Bambino sull’altare.

Offriamoci, accanto a Lui, come vittime espiatorie, sempre nello Spirito d’Amore, e facciamo l’oblazione per coloro che non credono, non aspettano, non adorano, e non amano il nostro Dio Bambino.

























































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