Quando leggiamo nella vita dei santi e dei martiri, ci sono tante cose
che ammiriamo: ad esempio, che sono persone molto diverse, perché appartengono
a etnie, razze, nazioni, lontani l’uno dell’altro; provengono sia dai paesi
lontanissimi, sconosciuti da noi, sia dal nostro proprio paese, vale a dire,
che hanno condiviso la nostra istoria e la nostra cultura.
Sono persone diverse, ma
hanno qualche cosa in comune: hanno la stessa fede: credono in un solo Dio
Trino, credono in Gesù, Seconda Persona della Trinità, che si è incarnata per
la salvezza dell’umanità; credono nella Vergine Maria, nella Chiesa Cattolica.
Ciò che ci ammira è
anche il suo insegnamento: tutti ci insegnano che Gesù è il Salvatore, che è
Presente col suo corpo e sangue nell’Eucaristia, che i sacramenti –soprattutto,
Eucaristia e Confessione-, sono i nostri mezzi per santificarci. Tutti sono
veramente felici. Tutti ci insegnano queste verità che non provengono dalla
mente umana.
Da dove imparano i santi
queste verità che li fanno felici?
Non da soli. Dice il
Santo Padre Giovanni Paolo II che i santi e i martiri imparano nella croce di
Gesù.
È Gesù crocifisso il
Sommo Maestro che illumina le intelligenze umane, circa le verità eterne, circa
la Vita eterna accanto a Lui.
È Lui, l’Agnello di Dio,
immolato sull’altare della croce, ad insegnarci ciò che dobbiamo fare se
vogliamo vivere per tutta l’eternità accanto a Lui.
I suoi discepoli
vogliono imparare da Gesù: “Maestro, dove abiti? Glielo domandano, e anche noi
glielo domandiamo, perché anche noi abbiamo voglia di imparare da Gesù la
saggezza della croce. E alla nostra domanda, Gesù ci dice: “Abito nella croce,
abito nel sacrificio dell’altare, abito nel cielo, che è l’Eucaristia, e voglio
abitare nelle vostre anime”.
Chiediamo la grazia di
imparare la saggezza della croce, affinché Gesù abiti in noi.
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