martes, 4 de marzo de 2014

La nostra attidudine, sia esterna che interna, nella Messa, dev'esser quella stessa avuta davanti al Calvario



La religione cattolica consiste nell’unione della Chiesa con Cristo, in modo che tutti gli uomini siano partecipi dell’opera salvifica del Redentore.
         Ma l’unione tra gli uomini e Cristo, non è una unione puramente morale, vale a dire, metaforica, simbolica, immaginaria o psicologica. È una unione reale, che stabilisce un contatto “fisico” tra la Persona divina del Redentore, la sua opera salvifica, la sua Passione, e l’attività dei redenti.
         Il contatto con Cristo e la sua Passione sembrerebbe essere impedito dal tempo e dallo spazio: infatti, la Passione è accaduta due mille anni fa.
         Ma non è così: Cristo è Dio eterno, e le sue azioni realizzate nel tempo, attraverso la sua natura umana, siccome sono le azioni dell’Uomo-Dio –vale a dire, sono azioni fatte dalla Persona del Verbo che è Dio e per questo è in sé stesso l’eternità-, superano ogni limite di tempo e di spazio, anzi, raggiungono ogni tempo ed ogni spazio ed ogni uomo.
         Perciò Cristo è il Salvatore di tutta l’umanità, e tutti gli uomini sono raggiunti da Lui, sin dal primo uomo, Adamo, fino all’ultimo. La sua Passione, compiuta due mille anni fa, raggiunge tutti i tempi, sin dall’inizio dei tempi, fino alla fine del tempo, attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti.
         Il contatto con la Passione del Redentore, lo si fa, per mezzo della liturgia, che è stata stabilita da Dio in modo da implicare in ogni atto suo (nel sacrificio della croce come nei sacramenti, sacramentali e nella recita quotidiana delle ore canoniche), non solo la Presenza di Cristo ma anche di ogni sua azione salvifica sia interna (atti di amore, di obbedienza), sia esterna (incarnazione, passione, resurrezione, ascensione, parusia).
         Perciò ogni volta che il battezzato compie un atto liturgico realizza immediatamente un contatto fisico con Cristo e con tutta l’opera della salvezza.
         In maniera specialissima è la Messa l’azione liturgica dove incontriamo il Cristo, dove ci mettiamo in contatto fisico con Lui, perché la Messa rende presente (ripresenta) la stessa immolazione del Calvario. La Messa è lo stesso (numericamente identico) sacrificio della croce, è lo stesso misterioso dramma del Calvario, che viene ripresentato mirabilmente, sebbene velatamente, in maniera sacramentale, in uno determinato frammento del tempo e dello spazio.
         Perciò la nostra attitudine, sia esterna che interna, nella Messa, dev’essere quella stessa avuta davanti al Calvario[1].



[1] Cfr. Thomas Merton, Il Pane Vivo, Edizioni Garzanti, Firenze 1954, 26.

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