La religione cattolica consiste nell’unione della Chiesa con Cristo, in
modo che tutti gli uomini siano partecipi dell’opera salvifica del Redentore.
Ma l’unione tra gli
uomini e Cristo, non è una unione puramente morale, vale a dire, metaforica,
simbolica, immaginaria o psicologica. È una unione reale, che stabilisce un
contatto “fisico” tra la Persona divina del Redentore, la sua opera salvifica,
la sua Passione, e l’attività dei redenti.
Il contatto con Cristo e
la sua Passione sembrerebbe essere impedito dal tempo e dallo spazio: infatti,
la Passione è accaduta due mille anni fa.
Ma non è così: Cristo è
Dio eterno, e le sue azioni realizzate nel tempo, attraverso la sua natura
umana, siccome sono le azioni dell’Uomo-Dio –vale a dire, sono azioni fatte
dalla Persona del Verbo che è Dio e per questo è in sé stesso l’eternità-,
superano ogni limite di tempo e di spazio, anzi, raggiungono ogni tempo ed ogni
spazio ed ogni uomo.
Perciò Cristo è il
Salvatore di tutta l’umanità, e tutti gli uomini sono raggiunti da Lui, sin dal
primo uomo, Adamo, fino all’ultimo. La sua Passione, compiuta due mille anni
fa, raggiunge tutti i tempi, sin dall’inizio dei tempi, fino alla fine del
tempo, attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti.
Il contatto con la
Passione del Redentore, lo si fa, per mezzo della liturgia, che è stata
stabilita da Dio in modo da implicare in ogni atto suo (nel sacrificio della
croce come nei sacramenti, sacramentali e nella recita quotidiana delle ore
canoniche), non solo la Presenza di Cristo ma anche di ogni sua azione
salvifica sia interna (atti di amore, di obbedienza), sia esterna
(incarnazione, passione, resurrezione, ascensione, parusia).
Perciò ogni volta che il
battezzato compie un atto liturgico realizza immediatamente un contatto fisico
con Cristo e con tutta l’opera della salvezza.
In maniera specialissima
è la Messa l’azione liturgica dove incontriamo il Cristo, dove ci mettiamo in
contatto fisico con Lui, perché la Messa rende presente (ripresenta) la stessa
immolazione del Calvario. La Messa è lo stesso (numericamente identico)
sacrificio della croce, è lo stesso misterioso dramma del Calvario, che viene
ripresentato mirabilmente, sebbene velatamente, in maniera sacramentale, in uno
determinato frammento del tempo e dello spazio.
Perciò la nostra
attitudine, sia esterna che interna, nella Messa, dev’essere quella stessa
avuta davanti al Calvario[1].
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